incontro con Marguerite Rigoglioso
di Valentina Minoglio
Pubblicato da Argiope
È un monte non troppo alto, il Parnaso. Si arriva in autobus da Atene e c'è sempre un'arietta fresca, anche d'estate. Una passeggiata in mezzo a ulivi e cipressi, salendo, intuendo che il mare non è lontano, e si arriva al Tempio di Apollo. Solo tre colonne che appaiono quasi dorate, ma gà il vento ti guida verso luoghi nascosti, antri, fonti segrete, con la sensazione costante di essere, sì, proprio al centro del mondo. Lo sappiamo, ce l'hanno insegnato a scuola, che Delfi era l'Omphalos, l'ombelico del mondo, e che... tutto è cominciato qui, con quella iscrizione, Conosci te stesso, che è il principio e il fine di tutte le (nostre) ricerche, della conoscenza. Ma è molto probabile che recandosi a Delfi si risvegli in noi una memoria più antica: c'è dell'altro? C'è qualcosa prima di Apollo e del suo oracolo? E qualcosa di diverso che non ci hanno mai ben spiegato, qualcosa di assolutamente importante per noi donne, neopagane?
SIAMO A DELFI, QUALCHE MILLENNIO FA...
È quello che sostiene Marguerite Rigoglioso, una splendida donna della California, adesso in Italia per presentare il suo libro, Partenogenesi, Il culto della nascita divina nell'antica Grecia, ed. Psiche2, e per una serie di rituali volti a riabilitare la figura di Medusa. La incontriamo un tardo pomeriggio a Milano, un bar vicino al Duomo (“è incredibile, è una vela per altre dimensioni!” dice Marguerite, con un sorriso e una espressione di meraviglia e riconoscimento insieme, una gentilezza e un’espressione di chi sembra in costante connessione con altre dimensioni, ma in modo calmo, sapiente, naturale, come... una gatta, quasi). “Non bevo caffè perchè ho ancora il fuso orario dell'America, quando mi succede così però mi basta rivolgermi a Hypnos-il Dio greco del sonno- per pochi minuti e mi addormento tranquillamente”. Tempo cinque minuti, neanche, e non siamo più davanti alla libreria Esoterica di Milano ma a Delfi, in tempi diversi: 20 anni fa, e qualche millennio fa...
“Ho origini siciliane, e ho scritto una tesi su Medusa. Avevo fatto un viaggio a Eleusi, per approndire il mio rapporto con Demetra e Persefone, ma è a Delfi che ho ricevuto la mia prima importante chiamata, o iniziazione” racconta Marguerite. “Ero appena arrivata al tempio di Apollo quando sono cominciati i lampi e i tuoni. Mi avevano detto che lì non piove mai! Invece l'acqua ha cominciato a scrosciare. Mi sono aggrappata alle colonne. Tre segni mi hanno confermato l'eccezionalità della situazione: lampi e tuoni, rarissimi; l'inverno che per alcuni minuti ha preso il posto della piena estate; il fatto che ero l'unica rimasta lì “.
RIAPRIRE I PORTALI ANTICHI
In seguito, Marguerite ha la conferma dalle sue guide spirituali di essere stata scelta per “riaprire i portali di Delfi” e dell'antichità greca individuandone un valore con risvolti che finora, prima dei suoi studi e dei suoi insegnamenti, non era stato colto in alcuni aspetti. Marguerite Rigoglioso è una studiosa seria, raffinatissima, insegna all'università e i suoi libri sono ricchissimi di riferimenti ai testi classici e agli studi più colti sull'antichità. Ma usando anche tecniche e facoltà che insegna nella “Seven Sisters Mystery school” che ha fondato, cioè soprattutto l'intuizione e la capacità di “ricordarci” che siamo state antiche sacerdotesse con una connessione privilegiata e stretta con le divinità, Marguerite ha rivisto la storia e i miti antichi. Sappiamo che le sedi degli Oracoli greci, dedicati a Dei celesti come Zeus e Apollo, erano nati come luoghi di culto di Dee molto più antiche: Gaia, per esempio, o la Dea dei Serpenti. La storia che in romanzi che abbiamo amato come lo splendido La Torcia di Marion Zimmer Bradley (ripresa nella sua essenza anche dal film Avatar), quella di Dei del cielo amanti della guerra che hanno spodestato e messo in secondo piano divinità femminili legate alla terra, Marguerite l'ha ripresa e le ha dato, per la prima volta, un fondamento storico, mitologico, intellettuale. E, forse la cosa più importante, innovativa e quasi rivoluzionaria, l'ha capovolta, invitandoci a ridiventare, oggi, attivamente, le degne eredi delle sacerdotesse dell'antica Grecia. Esisteva infatti un culto sacerdotale femminile molto più antico di quello degli Dei olimpici, donne dedite a Gaia, Atena, Era, Artemide, sacerdotesse che a Delfi e Dodona erano rispettate, interrogate anche da filosofi come Platone e ascoltate dai re. Donne che dedicavano la propria vita al sacro e che usavano tecniche magiche e spirituali molto particolari diventando la voce degli Dei sulla terra. Sacerdotesse che erano a conoscenza dei Misteri più segreti ed erano in contatto con le Stelle, come le Pleaidi (come a dire, anche, che gli Dei maschili del Cielo non hanno portato nulla che gli antichi culti non conoscessero già, e che una sacerdotessa è sempre un tramite tra Cielo e Terra e una “interprete” del Come sopra, Così sotto?).
RICORDIAMOCI CHI SIAMO, ADESSO E QUI IN ITALIA
Vedremo nello specifico questi studi nella seconda parte di questo articolo, per ora basti sapere che secondo Marguerite “è giunto il tempo che queste conoscenze e questi poteri si risveglino. Ed è proprio a voi, donne italiane, e a quelle greche, che gli Dei, ADESSO, si rivolgono: è il tempo che vi svegliate, che ricordiate chi siete state, che ridiate sacralità alla vostra femminilità e non è un caso che il momento sia proprio adesso”.
Per noi Streghe questo discorso è come una cascata di gioia che rompe tutte le dighe, come un suono dal profondo della terra che chiama. Ma Marguerite ha sempre un sorriso dolce e uno sguardo “dagli occhi brillanti” (l’etimoligia della parola Parthenos che ispira i suoi studi). “Se cerco di spiegare svanisce il mistero. Ma ho voluto dare ascolto a questa voce che mi spingeva a una ricerca accademica e spirituale dei miei antenati. In tanti anni di studi ho voluto rivedere la storia e i miti in modo personale, e ho capito che è come un ologramma, tutto va letto a più livelli. E ho sempre avuto una guida divina al mio lavoro. Tutte noi dobbiamo ricercare un rapporto privilegiato con una divinità in particolare. Vivono in un mondo parallelo e si evolvono con noi, ed è sempre un rapporto di scambio, reciproco: loro, gli Dei, hanno bisogno di noi come noi di loro”.
MATRIARCATO, MA COME PARTNERSHIP CON IL MASCHILE
Quali sono oggi le divinità più vicine alle donne che vogliono e che sentono il bisogno di risvegliarsi? “Gaia, per prima: siamo parte di lei ed è lei che ci dà saggezza. Atena, e Sophia, di cui Atena, la saggezza, è una parte. Era, la Regina del Cielo. Inanna, ma in coppia con sua sorella “scura”. Hekate, che è una Dea difficile, la Dea della congiunzione degli opposti, una Dea paradossale, che conosce tutto, il “bene e il male”, ma sceglie, la Dea della scelta (Airesis), e le Dee più antiche sono così, come anche Iside, ma anche divinità maschili come Dioniso, Hermes, Asclepio. E perfino Gesù. È sicuramente il momento storico ideale per una rinascita del matriarcato, ma inteso in un modo nuovo: come partnership con il maschile. Per noi donne è necessario recuperare tutto il nostro Potere, nelle sue tante sfaccettature: essere degli Oracoli, attingere cioè direttamente alla fonte della divinità e quindi alla sapienza che viene prima della conoscenza; essere in contatto sempre più stretto con il mondo parallelo delle entità spirituali; recuperare il valore del sacerdozio. Credo che il tanto mitizzato 2012 e la cosiddetta Nuova Era possa avere un senso: è un periodo in cui le barriere con il mondo parallelo si stanno aprendo, e a mio parere tocca a noi antiche e modernissime sacerdotesse favorire questo processo”.
PRIMA DOBBIAMO GUARIRE QUALCHE FERITA
Certamente, per riuscire a fare questo, bisogna prima guarire qualche ferita. “Sono felicissima per questa splendida iniziativa, One billion rising, che proprio in questi giorni sta animando tutte le piazze. E so quanto in Italia si moltiplichino gli orribili episodi di violenza sulle donne: grande quella vostra Luciana Littizzetto, l'ho vista su FB, e il suo discorso a difesa delle donne! Però noi siamo sacerdotesse, e dobbiamo cercare di vivere questa cosa a un livello più globale. Capendo che nasce tutto sempre da una visione interiore della nostra anima (“se non lo troverai prima dentro di te, non lo troverai mai fuori di te”), e che c'è sempre una reciprocità. Mi spiego: quando qualcuno si sta svegliando spiritualmente, c'è sempre molta paura. Ci ricordiamo del “male” che ci è stato fatto, la paura si manifesta con sintomi che tendono a bloccarci nel cammino. Ma è normale: certe forze ed entità ci vogliono bloccare, l'Inquisizione esiste ancora a certi livelli, e a volte anche a livello terreno. Dobbiamo allora fare cose importanti. Ricordare, innanzitutto. La nostra storia, e anche onorare le vittime e rendere loro giustizia, ci dà forza. Unirci!, la sorellanza è uno straordinario strumento di guarigione. Ma soprattutto renderci conto che chi ci fa paura, che le forze che ci sono “contro”, sono un passaggio fondamentale per la crescita: sono maschere, utili per l'iniziazione. Non sono reali, sono fantasmi di paura. Ma indagando sulle nostre vite passate, e rianalizzando molti passaggi della nostra vita, capiremo che c'è appunto una reciprocità. Siamo stati tutti sia vittime sia carnefici. Io per esempio sono stata un inquisitore in vite passate: benissimo, conosco tutti i trucchi del processo inquisitorio, so come evitarli, non ricaderne vittima, scelgo di non usarli mai più, ovviamente, ma questa consapevolezza mi permette un'altra iniziazione fondamentale: perdonarmi, perdonare me stessa”, dice Marguerite sempre trasmettendo un sorriso e un’energia limpidissima, quella di chi ha compiuto un lavoro “eroico” su se stesso ed è arrivato a una semplicità che non è un punto di partenza, ma un magico, spirituale, altissimo punto di arrivo e continua ripartenza.
SACERDOTESSE (E SACERDOTI) DEL NUOVO MILLENNIO
“Il perdono è un passo fondamentale per noi donne oggi, per noi sacerdotesse della Nuova Era e per la guarigione di noi stesse e, di riflesso, di Gaia. Ma prima ci deve essere l'integrazione, la com-prensione, il riconoscimento delle nostre parti ferite, delle parti vittima e di quelle carnefice. Fondamentale è capire che anche il carnefice ha bisogno di guarigione! Così il perdono assume un valore sapienziale e spirituale del tutto diverso, e non esito a dire che il potere di perdonare è la fonte del vero potere delle donne. Allora, saremo guarite. E potremo rientrare in possesso di tutti i nostri poteri dimenticati e, da sacerdotesse come siamo sempre state, vivere in una connessione costante con il divino”.
E contribuire a trasformare il mondo, certamente: se riusciamo a cambiare in questo modo, non potremo farcela a vivere in un mondo così come è ora.
Marguerite Rigoglioso sarà nei prossimi giorni a Roma e poi in Sicilia, e crediamo che conoscerla, adesso, e qui in Italia, luogo che lei stessa indica come culla del risveglio del paganesimo antico, sia un'occasione imperdibile per aggiungere un tassello importantissimo al nostro cammino di donne, innanzitutto, e di streghe (e vale per entrambi i sessi, senza dubbio).
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